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La Fortezza di Savona sul Priamàr venne costruita dalla Repubblica di Genova tra il 1542 e il 1544, su progetto di Giovanni Maria Olgiati, con lo scopo di difendere e proteggere, da un lato, il proprio territorio da possibili attacchi provenienti dallo stato dei Duchi di Savoia e dall’altro di controllare la città di Savona, che nel 1528 era stata definitivamente sottomessa (quando fu interrato il grande porto medievale).
Per far posto ai poderosi bastioni, che valorizzano la posizione strategica del promontorio roccioso del Priamàr, si distrusse uno dei quartieri più importanti della città bassomedievale comprendente tra l’altro, la Cattedrale di Santa Maria di Castello, il Palazzo Vescovile, il Convento domenicano, i dieci oratori delle confraternite e i tre ospedali cittadini.
Dal 1956 ad oggi le sistematiche campagne di scavi archeologici condotte ogni anno dall’ Istituto Internazionale di Studi Liguri (IISL) stanno progressivamente riportando alla luce quanto rimane dell’ antico abitato, che trova via via una progressiva valorizzazione tanto nel Civico Museo Archeologico e della Città (in continuo aggiornamento da parte dell’ IISL) quanto nell’allestimento delle suggestive aree archeologiche all’interno e all’esterno della Fortezza.
Il complesso fortificato subì nei secoli numerosi ampliamenti e trasformazioni divenendo anche un reclusorio penale. Proprio con tale funzione viene ricordato quale luogo di prigionia di Giuseppe Mazzini, incarcerato dal mese di novembre 1830 al mese di gennaio 1831. Durante il periodo di prigionia a Savona Mazzini ideò la Giovine Italia.
Di particolare interesse risultano i sotterranei della Fortezza. I vari ambienti del Priamàr sotterraneo furono realizzati durante tutta la vita della Fortezza tra il 1542 e il 1943 e appartengono a diverse tipologie: le grandi gallerie cinquecentesche, quasi tutte chiuse e murate nel XVII secolo; gli stretti camminamenti di collegamento del 1683; le piccole gallerie di contromina; i grandi vani sottostanti ai bastioni della fine del XVII secolo; le due cisterne e le gallerie di collegamento del Maschio e della Cittadella; le sortite che immettevano al mare o al grande fossato esterno; infine le grandi gallerie-rifugio antiaereo della Seconda Guerra Mondiale.
Alcune gallerie furono murate nel XIX secolo e devono ancora essere recuperate. A livello di Corso Mazzini e del piazzale antistante la Fortezza si aprono le grandi gallerie-rifugio antiaereo scavate nella roccia della collina del Priamàr durante la Seconda guerra mondiale nel 1943: sotto al Maschio la galleria-rifugio privata dello stabilimento siderurgico Ilva è oggi utilizzata per accedere agli ascensori del Priamàr e al Baluardo di S. Bernardo. Alla Galleria ne è collegata una coeva, più piccola, scavata nella roccia per consentire ai lavoratori dello stabilimento di accedere al rifugio antiaereo. Sotto al Baluardo di S. Caterina della Cittadella si aprono invece i due imbocchi della lunga galleria-rifugio pubblica, anch’essa realizzata nel 1943. Le gallerie e i cunicoli che sono collocati nella parte superiore della Fortezza hanno sviluppo più limitato, tra i 20 e i 50 metri. Originariamente la Fortezza aveva due ingressi, il principale che portava alla Piazza della Cittadella, il secondo che conduceva alla Piazza d’Armi del Maschio.
L’androne-galleria d’accesso diretto al Maschio (1543) fu murato e interrato nel 1683 in occasione dei lavori della terza fase costruttiva della Fortezza e riaperto solo in seguito. Nel fossato del Maschio, oltre il ponte di comunicazione tra Cittadella e Maschio, si accede alla sei-settecentesca “Sortita S. Anna” che, con profilo spezzato, scendeva fino alla spiaggia. Adiacente alla Polveriera, nel Fossato della Cittadella, si apre la comunicazione sotterranea con il Baluardo di S. Francesco, realizzata alla fine del XVIII secolo per raggiungere direttamente il Baluardo dall’interno della Fortezza. Sempre nel Fossato della Cittadella, si trova la Sortita della Ss. Concezione,
una galleria discendente scavata in parte nella roccia della collina del Priamàr datata al 1683, che collega il Fossato con la Falsabraga (o semi-bastione) orientale di S. Caterina. Dal sovrastante Baluardo di S. Caterina una scalinata, articolata su più rampe, consente di discendere nei sotterranei sottostanti la falsabraga occidentale di S. Caterina (1683); questi locali sotterranei costituiscono gli ambienti coperti più grandi e suggestivi dell’intera Fortezza. Entrando dalla scalinata d’accesso la parete destra è costituita dal fianco del cinquecentesco Baluardo, mentre sulla volta sono visibili le aperture delle botole d’aerazione.
A tutt’oggi la Fortezza di Savona sul Priamàr è l’opera fortificata più imponente dell’ intera Liguria.
Dopo un lungo periodo di abbandono e degrado, il Comune di Savona ha avviato impegnativi lavori di restauro per il recupero integrale del complesso monumentale del Priamàr che è diventato un importante polo culturale e turistico dell’ intera Regione Liguria.
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